Ultimo mondo cannibale

Un gruppo di quattro persone, tra cui Robert Harper (Massimo Foschi) e il suo amico Rolf (Ivan Rassimov), è costretto a un atterraggio di fortuna nella giungla per un guasto. Riparato l'aereo, essendosi fatto troppo buio per ripartire, i quattro decidono di passare la notte lì. Due di loro vengono eliminati subito e i superstiti Robert e Rolf sono incapaci di far volare l'aereo. Tentano allora di ridiscendere un corso d'acqua, ma un incidente li separa e Robert viene fatto prigioniero da una tribù cannibale che lo confina in una buca e poi in gabbia. Una ragazza (Me Me Lai) della tribù però lo prende in simpatia e Robert comincia a intravedere una via di scampo. Primo film cannibalesco di Deodato, dopo che #Vedi#Il paese del sesso selvaggio di Lenzi aveva tracciato la strada, è un'opera selvaggia e crudele, ma estremamente efficace, grazie alla bellezza degli scenari naturali e al grado di “realismo” che riesce a suggerire. Le scene cruente non mancano, anche perché la produzione provvede ad apposite aggiunte (come riporta Giusti in Stracult), ma Deodato riesce anche a sviluppare, lungo una trama molto semplice e lineare, una delicata storia d'amore tra l'indigena e l'uomo bianco prigioniero. Massimo Foschi è bravo e di una dedizione straordinaria. Me Me Lai, già ne Il paese del sesso selvaggio, è perfetta per il ruolo. Ivan Rassimov compare brevemente, ma è come sempre incisivo. Non per tutti i gusti: ci sono violenze estreme