Denise Watson (Anita Skinner) è la sola superstite di un gravissimo disastro aereo. Lavora a una stazione televisiva e il sollievo per essersi salvata si tramuta in disagio e paura quando si rende conto di sentirsi dapprima un po' colpevole per essere sopravvissuta mentre tutti sono morti e poi osservata da strane persone. Le cose peggiorano e Denise, che sente anche delle voci, comincia a comprendere la terribile realtà: è sopravvissuta contro la volontà della morte che voleva anche lei, e gli spettri dei morti sono venuti a prenderla per completare il lavoro. Esordio nel lungometraggio per l'allora promettente Thom Eberhardt, autore anche della sceneggiatura, che punta molto sulle atmosfere inquietanti e sinistre attingendo da #Vedi#Carnival of Souls e da Survivor l'aereo maledetto, ma riuscendo a costruire una vicenda che si regge autonomamente e che è stata spunto per il successivo, e ben più fortunato, #Vedi#Final Destination. Se il clima e l'atmosfera sono all'altezza delle necessità di una storia così spettrale, la trama in sé non ha uno sviluppo e una soluzione altrettanto valide e il film perde qualcosa nella parte conclusiva, pur restando un interessante esempio di horror sottile e filosofico