Frustrazione

Il dottor Phibes (Vincent Price) non è morto alla fine del precedente film e ritorna con l'intenzione di impossessarsi di un elisir di lunga vita con cui riportare in vita l'amata moglie. Accompagnato, come sempre, dalla fedele Vulnavia (Valli Kemp) e ancora inseguito dalla polizia, Phibes si reca in Egitto, ma deve lottare contro il longevo e astuto Biederbeck (Robert Quarry) che già una volta si era servito della pozione, e ora ne ha ancora bisogno per non polverizzarsi. Seguito de #Vedi#L'abominevole dr. Phibes, è un film meno compatto e più sfrenato, e accentua l'aspetto parodistico e surreale con veri e propri siparietti di geniali assurdità, che trovano il loro presupposto nell'ideazione di morti sempre più barocche e imprevedibili: ricordiamo almeno quella di Hugh Griffith, gettato in mare in una gigantesca bottiglia, e quella di due ricercatori, scarnificati da getti di polvere. Lo stile di Fuest si va precisando, perdendo in secchezza e acquistando in brio e inventiva. Le tematiche convenzionali, ancora presenti nel primo Phibes (sentimentalismo, intrigo poliziesco), si disintegrano, e il film perde la coerenza visiva che nel primo film derivava da un'uniformità di ambientazione. Vincent Price si trova ancora più a suo agio nel personaggio e si concede una serie di godibili travestimenti (con molta autoironia, arriva beatamente a mangiare chicchi d'uva, vestito da sultano, mentre una delle sue vittime viene torturata con degli scorpioni). Il terzo episodio è stato in forse per molto tempo, ma alla fine non si è realizzato perché, a detta di Vincent Price, il copione presentato da Fuest spingeva troppo il pedale dell'esagerazione. Peccato. La vera frustrazione è non essere mai riusciti a capire la scelta del titolo italiano