Antropophagus

Julie (Tisa Farrow) si trova in Grecia alla ricerca di un passaggio per un'isoletta dove l'aspettano degli amici francesi. Il passaggio lo trova grazie a un gruppetto di giovani turisti dotati di yacht, ma senza una meta precisa. Sull'isoletta trovano un clima cupo e misterioso: alcuni abitanti sono stati uccisi, gli altri sono scappati. Ne trovano solo due, disperati. C'è un essere mostruoso che attacca con ferocia e ben presto i nuovi venuti se ne accorgeranno. È un film diventato famoso ben oltre i suoi meriti specifici per alcune scene particolarmente efferate, più nella concezione che nell'esecuzione, che tra le altre cose l'hanno inserito nell'elenco dei video nasties proibiti in Inghilterra. La più famosa di queste scene è quella in cui il mostro strappa il feto dal ventre di Serena Grandi, incinta, e se lo mangia di gusto. L'ambientazione è bella e anche originale, ma la storia procede con una certa lentezza e prevedibilità, anche se l'idea del mostro antropofago che, in una scena rimasta anch'essa famosa, si riduce a mangiarsi i suoi stessi intestini, è buona e il mostro è reso con selvaggia fisicità da George Eastman (Luigi Montefiori, autore anche della sceneggiatura), con un make-up semplice, ma efficace. Il successivo #Vedi#Rosso sangue è considerato una sorta di seguito ideale, anche se non c'è alcun punto di contatto narrativo. Uno dei film più famosi di Joe D'Amato/Aristide Massaccesi