Sharon's baby

Lucy (Joan Collins) è un'ex ballerina divenuta moglie di un ricco italiano, Gino Carlesi (Ralph Bates). Partorisce un figlio, ma il bambino le sembra strano e ostile. Racconta all'amica ed ex collega Mandy (Caroline Munro) che il nano Hercules (George Claydon) le ronzava sempre intorno ai tempi in cui faceva la ballerina: dopo che lei aveva rifiutato le sue lubriche avance, lui l'aveva maledetta dicendole che le sarebbe nato un figlio del demonio. E lei teme che la maledizione si sia avverata. Dall'Italia arriva Suor Albana (Eileen Atkins), sorella di Gino, che promette di aiutare Lucy. Ma le cose continuano ad andare male, nonostante l'ingaggio di Jill (Janet Key), una nurse a tempo pieno. Il parallelo tra deminutiofisica e maledizione diabolica è l'aspetto più politicamente scorretto del film, ma peggio ancora è la banalità della storia che mette in scena la classica possessione demoniaca – già allora luogo comune – mutuando spunti da #Vedi#Baby Kiler e #Vedi#Rosemary's Baby e mescolandoli con le suggestioni religiose de #Vedi#L'esorcista, ma senza riuscire a organizzarli in modo credibile e avvincente. I primi piani del nano che si alternano nel lettino a quelli del neonato sono incredibilmente trash, ma il film risulta prevalentemente piatto e banale, nonostante un cast interessante. Per avere l'aggancio alla religione cattolica, Bates fa l'italiano, con immancabile corollario di luoghi comuni. Donald Pleasence recita amabilmente sottotono nel ruolo del dottore che aiuta a dare alla luce il bambino, mentre Caroline Munro fa l'amica premurosa e John Steiner l'impresario cinico e beffardo. Joan Collins è al solito fredda e morbosa al tempo stesso, ma non dà molto spessore al suo ruolo