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Philippe, duca di Cambyse, ha sposato Cristina, figlia di un pescatore, che lo induce a metodi meno tirannici. La cosa non piace ai due fratelli del duca che scatenano un losco intreccio di trame. Il lieto fine (ossia il trionfo del bene sul male) giustifica i mezzi. A. Lado non manca di ambizioni nel riportare in vita il romanzo di appendice di Marie Eugenie Saffray, ma ci riesce solo in parte. Belle musiche. Il film fu seguito da Il figlio della sepolta viva (1974), diretto da André Colbert (Luciano Ercoli) e tratto da un romanzo di Carolina Invernizio che nulla ha a che fare con questo.