Satanik

Marny Bannister (Magda Konopka) è una scienziata dal volto orrendamente deturpato che conduce una vita triste e segnata dalla sofferenza. Il suo capo, il professor Gray, le annuncia che l'esperimento di rigenerazione delle cellule, testato sugli animali con il suo siero, ha funzionato. Marny lo vuole provare su di sé. Il professore si oppone: troppo pericoloso. Per lui lo è di sicuro, poiché Marny lo uccide, beve il siero e si trasforma in una donna bellissima. L'ispettore Trent (Julio Peña) indaga sulla morte di Gray. Marny intanto adesca il ricco George Van Donan (Umberto Raho), ma quando improvvisamente il siero cessa di fare effetto e lui la vede deturpata, lo uccide. Ora ha bisogno di riavere il siero.Tratto da uno dei cosiddetti “fumetti neri” più famosi degli anni '60, scritto da Max Bunker (Luciano Secchi), disegnato da Magnus (Roberto Raviola) e destinato a una lunga vita, il film è sostanzialmente una variante del tema Jekyll/Hyde in cui il Male ha il sopravvento e, senza rimorso alcuno, persegue i suoi fini. L'entusiasmo con cui Marny Bannister si gode la bellezza e diventa Satanik è genuino e comprensibile. Piero Vivarelli, che usa un po' troppo spesso lo zoom, aderisce solo in parte allo spirito del fumetto, diluendolo e rinunciando a sfruttare l'iconografia tipica del personaggio con il risultato di generalizzarlo troppo. La polacca Magda Konopka è una Satanik affascinante e spietata, ma, al di fuori del contesto fumettistico e della sua particolarità grafica, la storia è esteticamente banalizzata