Nel 1780 a Versailles, alla corte di Luigi XVI, arriva un nobile di provincia (Berling), ingegnere idrografo, con un piano di risanamento della sua paludosa regione natia infestata dalla malaria. Per riuscire a parlare col re dovrebbe imparare a blandire, adulare, brillare in società, saper leccare e, insieme, ferire e soprattutto evitare le trappole del ridicolo. Non sa evitarle, nonostante l'aiuto di un marchese illuminato (Rochefort) e della sua animosa figlia (Godrèche). Con qualche punta di oratoria pedante e didattica, è un film dialettico, e non soltanto per la sua alternanza di commedia e dramma, frivolezza e gravità. C'è un puntiglioso lavoro di documentazione all'origine della sceneggiatura di Remi Waterhouse. Snobbato da molti critici, premiato con 4 César (film, regia, F. Ardant e scenografia), è un film dove, sotto il trucco e le parrucche, si recita benissimo.