Razorback oltre l'urlo del Demonio

Nel deserto australiano, un vecchio cacciatore di canguri, Jake Cullen (Bill Kerr), vede qualcosa di mostruoso devastargli la casa e portargli via il nipotino. Accusato di aver fatto sparire il nipote ma assolto per insufficienza di prove, Jake si mette alla ricerca di quello che ritiene un gigantesco e feroce razorback, una specie di supercinghiale. Due anni dopo, la giornalista animalista Beth Winters (Judy Morris) va da quelle parti per un servizio sui massacri di canguri, ma trova un ambiente ostile e soprattutto il razorback, che la fa fuori senza complimenti. Il marito Carl Winters (Gregory Harrison) arriva in Australia per investigare, cerca aiuto presso Jake e lo trova in una ragazza, Sarah (Arkie Whiteley), dopo aver avuto la disavventura di imbattersi in due fratelli, Benny (Chris Haywood) e Dicko (David Argue), perversi cacciatori e macellatori di bestiame. Ma il razorback è in agguato. Horror profondamente radicato sul territorio australiano dal quale trae suggestioni e immagini indimenticabili, soffre un po' nel reparto narrativo, con lungaggini e poca originalità nello sviluppo. Il razorback è visto come una forza della natura in rapporto alla brutale violenza abitualmente praticata dai locali sugli animali, ma il discorso è sfuocato e poco approfondito. Significativo l'atteggiamento minaccioso degli abitanti nei confronti dei forestieri, soprattutto se animalisti, e i due fratelli perversi sembrano provenire direttamente da Un tranquilo weekend di paura, ma nella seconda parte Mulcahy si perde sulla meccanica delle aggressioni e della caccia e tutte le implicazioni e le suggestioni della prima si diluiscono in un percorso horror già visto. Arkie Whiteley, la graziosa protagonista, è morta di cancro nel 2001 a soli 36 anni