Il giornalista americano Gregory Moore (Jean Sorel) viene ritrovato, apparentemente morto, in un giardino pubblico di Praga. Trasportato sul tavolo dell'obitorio, Gregory ricorda le vicende che lo hanno portato a quel punto. Stava indagando sulla misteriosa scomparsa di alcune ragazze, tra cui una sua amica. Comune a tutte le vittime era la passione per la musica e Gregory aveva capito che un ruolo nella sparizione l'aveva un locale notturno, il Club 99, dove si svolgevano rituali di una setta capitanata dall'esimio dottor Karting (Fabijan Sovagovic), il cui scopo era quello di sovvertire l'ordine sociale. Folgorante esordio di Aldo Lado (1934), del quale questo resta forse il miglior film, è un complesso horror metaforico, ambiguo e misterioso, che lascia passare con forza il suo assunto politico contro i ricchi e il loro corrotto potere. Di sorprendente eleganza e ricercatezza visuale, il film trae cospicuo vantaggio dalla bellezza spettacolare dell'ambientazione in una Zagabria che passa agevolmente per Praga. Inquieto e cupo, è un film che rimane nella memoria e si chiude su una nota amara che rifiuta uno scioglimento convenzionale della vicenda. Più che buono il cast internazionale, con Jean Sorel attonito protagonista