Studioso di antichità ed esoterismi, Karl (Mark Damon) si propone di trovare il mitico anello dei Nibelunghi che potrebbe conferire un potere assoluto al suo possessore. I suoi scopi sono solo scientifici, ma Karl ha un fratello gemello, Franz (sempre Mark Damon, con pettinatura diversa), un tantino debosciato, che, apprese le notizie utili, lo precede. Dove? Ma in Transilvania, naturalmente, al castello di Dracula. Vi arriva con tempismo perfetto proprio nel pieno della stagione dei vampiri, alla vigilia del cosiddetto plenilunio delle vergini, un avvenimento che capita ogni cinquant'anni nel corso del quale cinque vergini vengono offerte ai vampiri. Il castello che fu di Dracula adesso è della contessa De Vries (Rosalba Neri), ma le cose non è che siano più tranquille. A difendere Franz dovrebbe esserci un magico amuleto egizio che ha sottratto al fratello, ma il fedifrago, accolto dalla misteriosa contessa al castello, l'ha dimenticato alla locanda. Karl galoppa in soccorso, ma trova una situazione molto compromessa. Colpo di scena finale. Insensato, ma indubbiamente divertente, pieno di cliché, vampiri, erotismo e luoghi così comuni da essere confortevoli. Su tutto, una sontuosa Rosalba Neri, padrona della situazione e del film. Alto il contenuto erotico, cui oltre alla Neri e alla Barros, governante legata a lei da un rapporto saffico, partecipano le vergini del titolo. Mark Damon è simpatico e Xiro Papas fa un vampirone comicamente minaccioso. Nella versione uscita all'epoca in sala c'era un sottofinale con una mano che sbucava dal terreno e si prendeva l'amuleto lasciato da Karl sulla tomba del fratello. Questa scena è anche raffigurata nel manifesto del film, ma assente nella versione home video