Mentre un maniaco uccide coppiette appartate di notte nei dintorni di Firenze, la polizia brancola nel buio. Uno scrittore, Andreas Akermann (Leonard Mann), sta scrivendo un libro sull'argomento e riflettendo su profilo e movente dell'assassino, si suggestiona all'idea di un killer tiratore scelto, turbato da un passato nel quale ha visto la mamma costretta a rapporti con altri dal babbo guardone e da un presente di uomo impotente. Giulia (Bettina Giovannini), la fidanzata di Andreas, ne ascolta le elucubrazioni. Film di rara inconcludenza, realizzato in piena psicosi del mostro di Firenze, ma senza avere ovviamente alcuna idea sul colpevole. La soluzione è quella di mettere in scena le idee di uno scrittore suggestionato che, originalità delle originalità, immagina che la causa sia un trauma infantile. Peccato perché le scene notturne con i delitti del mostro sono girate con efficacia e alcuni personaggi sono tratteggiati con morboso realismo. Problemi di censura hanno determinato parecchi tagli (per evitare troppa aderenza alla realtà, non voluta dai familiari delle vittime)