Il Castello delle donne maledette

Il Castello delle donne maledette

49,00€
Non disponibile

Etichetta: Universal Video
Codice articolo: vho0067
Categoria: VHS » Film Horror
Caratteristiche
Anno: 1973
Regista/Autore: O. Brazzi
Tipologia: Ex Noleggio
Trama

Il conte Frankenstein (Rossano Brazzi) riceve nel suo castello un cadavere di donna disseppellito dai suoi uomini, ma si arrabbia sapendo che il nano Genz (Michael Dunn) l'ha toccato, riducendone in qualche modo la qualità. Assistito da Hans (Alan Collins/Luciano Pigozzi), Frankenstein procede al suo esperimento proibito, ma nel frattempo la figlia Maria (Simone Blondell/Simonetta Vitelli), arriva al castello con l'amica Krista (Christiane Royce). Il prefetto Ewing (Edmund Purdom), intanto, viene a sapere del furto del cadavere e comincia a indagare. Frankenstein spiega ai suoi ospiti che nella zona ci sono caverne impervie che potrebbero essere asilo di esseri umani primitivi (!). E difatti ben presto viene allo scoperto il cavernicolo Ook (Salvatore Baccaro), che diventa amico di Genz, scacciato da Frankenstein. Quando lo vidi la prima volta al cinema, all'epoca della sua uscita nelle sale (poche, per la verità: Ghezzi nel suo Stracult scrive che “il film non è mai veramente uscito in sala”), mi sembrò orribile e indifendibile. Oggi suscita un sentimento di tenerezza per il delirio spontaneo che lo anima, in un accumulo di compunte assurdità che richiamano certi improponibili assemblaggi di Al Adamson, solo con più stile, con una quasi correttezza formale ben rappresentata dal compito e cortese Rossano Brazzi nel ruolo del conte (sic) Frankenstein. Certo, il film resta brutto, ma contiene abbastanza bizzarrie da essere divertente, con un paradossale scontro finale tra uno dei più ridicoli mostri di Frankenstein e il cavernicolo Ook. Geniale lo pseudonimo di Boris Lugosi (di Salvatore Baccaro, caratterista unico nel panorama del cinema italiano) e scombiccherata la trama che mantiene continuamente il film in bilico tra la noia e un certo malato intrattenimento garantito da consistenti elementi exploitativi. La chiusa spetta al personaggio di Edmund Purdom, che trova profonde parole di cordoglio: “Era un mostro, un anormale. Ma forse tutti siamo un po' anormali”. Il cast è un incredibile compendio del cinema di genere di quegli anni: oltre a Brazzi, Baccaro e Pigozzi, c'è il nano Michael Dunn (1934-1973), frequente presenza nell'horror e non solo, Edmund Purdom, sprofondato sin qui dai fasti hollywoodiani, il truce Gordon Mitchell e Xiro Papas. Nel Dizionario del Cinema Italiano (ed. Gremese), Robert Oliver è ritenuto uno pseudonimo di Mario Mancini (#Vedi#Frankenstein 80), ma vengono indicate altre ipotesi (Oscar Brazzi, William Rose, un vero Robert Oliver). Ghezzi, nel citato Stracult, dà un esauriente resoconto delle possibilità, ma conclude che il mistero è ancora fitto. Peccato

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