Rimasto bloccato con la macchina in mezzo ai boschi in Iugoslavia, Nicola (Gianni Garko) viene ospitato gentilmente da una famiglia di contadini. Nicola si rende subito conto che la famiglia vive gravata da paure e superstizioni assurde, dato che i suoi componenti credono all'esistenza di creature morte che però vivono e assaltano i vivi. Ciò non impedisce a Nicola di innamorarsi di Sdenka (Agostina Belli), gentile e deliziosa figlia maggiore della coppia che lo ospita. Ma il capofamiglia vuole affrontare la strega che ha prodotto l'incubo che stanno vivendo e le cose si complicano. A dodici anni di distanza dall'affascinante #Vedi#Il mulino dele donne di pietra, Giorgio Ferroni torna per la seconda e ultima volta all'horror riprendendo e ampliando il racconto di Aleksej Tolstoj che era già stato alla base di uno dei racconti di #Vedi#I tre volti dela paura. Il risultato è più che discreto, anche se il film manca delle atmosfere genialmente macabre del film di Bava. Però lo sviluppo narrativo è buono e il clima inquietante lo rende avvincente e interessante. Gianni Garko e la più che graziosa Agostina Belli fanno una bella coppia di protagonisti e il resto del cast è comunque valido con Teresa Gimpera, veterana di tanti horror (e non solo) spagnoli, a spargere inquietudini e la bambina prodigio Cinzia De Carolis a cimentarsi, dopo il thriller con Il gatto a nove code, anche nell'horror. Il colpo di scena finale è decisamente riuscito