I Cavalieri del futuro

Nel futuro prossimo, la Terra è regredita al passato remoto: un deserto di rovine e di miseria molto simile ai "tempi bui" del Medioevo. Gli uomini ci sono ancora, ma sono in balia di schiere di cyborg che per sopravvivere hanno bisogno del loro sangue. La feroce armata è stata creata tempo addietro da un valente scienziato, il quale, accortosi che le creature gli sono sfuggite di mano, tenta adesso di correre ai ripari mettendo in campo un guerriero-robot obbediente, fedele e molto combattivo. Gabriel - questo è il nome del valoroso - si unisce all'indomita Nea e con lei parte alla riscossa per salvare quanto resta dell'umanità. Albert Pyun torna ad avventurarsi tra gli scenari del mondo post-atomico, ma con risultati decisamente inferiori a quelli di Nemesis realizzato nello stesso anno. La storia è debole, poco coerente, quasi pensata come una produzione pilota per una serie TV. La presenza di Kristofferson (nel ruolo di Gabriel), di Henriksen (il capo dei cyborg sanguinari) e di altri assidui frequentatori di questo genere (Daniels, Pauline e Thomerson) non vale a sottrarre alla semiprofessionale attrice Kathy Long, pluridecorata campionessa di kickboxing, la guida del film: e tutto si riduce ad una lunga serie di inseguimenti e combattimenti, a lungo andare piuttosto noiosa.Di un certo interesse è la fotografia in esterni nei deserti dell'Utah.