Irving Crosley (Tom Gallop) torna a Davenport, Iowa, nella casa di famiglia, dopo la morte del padre. La sua intenzione è di donare la casa al fratello di Glenda (Elisabeth L. Riecke), un'allieva del padre suicidatasi molti anni prima, sedicenne. Turbato dai ricordi risvegliati dalla casa da cui era andato via con la madre dopo il suicidio di Glenda Irving alloggia in albergo mentre svolge le pratiche burocratiche necessarie. Ma qualcuno gli telefona dicendogli che Glenda è viva. Irving decide di approfondire e comincia delle ricerche, affrontando la casa e le sue atmosfere inquietanti. Esordio di Maurizio Zaccaro nel lungometraggio con un horror rarefatto, un distillato di inquietudine e di suggestione, che riesce a generare una buona tensione, anche se succede ben poco, e a costruire con abilità un grande senso di attesa, in parte disperso, in un finale ambiguo e per qualche verso deludente. Ma per quanto il finale sia discutibile, e comunque non banale, il senso di oppressione e di disagio che la storia è riuscita a produrre, lascia il segno e basta a rendere interessante il film. Merito di sicuro anche della sottile ingegnosità della sceneggiatura di Pupi Avati, che fornisce a Zaccaro un materiale adatto alla sua sensibilità. Il cast inesperto è forse uno degli elementi meno convincenti del film, ma non compromette il risultato complessivo. Tom Gallop, il protagonista, è all'esordio, ma si costruirà una solida carriera, soprattutto televisiva, ed è ancora in piena attività