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Una borghese italiana (F. Bolkan) vola a Londra per rintracciare la figlia diciottenne Antonia (M. Schneider) che da mesi non dà più notizie. La trova in un teatrino d'avanguardia mentre confessa in pubblico di aver abortito, ma forse è soltanto un gesto di contestazione. Fallito il tentativo di rimetterla in riga, riparte. Pur con qualche rimorso, Antonia decide di proseguire per la sua strada. 2ª regia di E.M. Salerno che l'ha scritto con Lina Wertmüller e altri, dedicandolo ai suoi figli. In arte la sincerità aiuta, ma da sola non basta quando non si abbandona mai il pedale del sentimentalismo. In quel periodo il conflitto generazionale era di moda, ma l'analisi è generica e superficiale.