Michael (Edward Furlong) ha perso la mamma in un incidente stradale e ne è rimasto profondamente segnato. Vive in una casa circondato da tecnologia avanzata ed è morbosamente attratto dalla morte e dall'orrore. Il suo amico del cuore Kyle (Jamie Marsh) lo chiama al telefono per magnificargli un nuovo gioco, Brainscan, ma Michael è più interessato a spiare con il cannocchiale la vicina Kimberly (Amy Hargreaves), non tanto segretamente attratta da lui. Michael decide di provare Brainscan, facendosi mandare il cd dalla ditta: si tratta di un gioco interattivo, indotto da una sorta di ipnosi trasmessa dalle immagini televisive, con il quale si entra nella testa di un assassino, si uccide nel tempo stabilito e ci si gode la paura. Michael compie il primo delitto ed è un'esperienza molto, troppo realistica. Quando poi compare un essere (T. Ryder Smith) che lo guida attraverso le successive fasi, Michael capisce che non è solo un gioco. Benché ormai datato e appartenente a un periodo in cui interattività e videogiochi sembravano una cosa misteriosa e all'avanguardia, l'inizio promette qualcosa di curioso che poi non viene mantenuto. La confusione tra realtà e virtualità era una banalità già allora (anche se meno di adesso) e la paura della tecnologia non era certo una novità, ma quando entra in gioco l'essere diabolico che spinge Michael alla prosecuzione dei delitti il film crolla colpito al cuore dalla risaputezza e dall'idiozia. L'essere diabolico è uno stanco clone di Freddy Krueger che alterna battute a cattiveria, senza fantasia. Finale deludente che cerca di sistemare le cose dopo essere andato ben oltre il punto di non ritorno e sottofinale ancora più inconcludente. Edward Furlong si è fatto notare con Terminator 2, mentre Frank Langella fa la faccia seria nel ruolo di un poliziotto poco incisivo