Cynthia (Sarah Torgov) ha subito un trauma terribile in seguito alla perdita del figlio in un incidente. Ha lasciato da poco la clinica dove ha cercato di rimettersi e il marito decide di portarla a fare un viaggio in idroplano assieme ad alcuni amici in direzione di Seattle. A causa di un problema tecnico, però, il gruppetto è costretto ad atterrare in una località sperduta dove viene accolto dall'austera coppia formata da Pa' (Rod Steiger) e Ma' (Yvonne De Carlo), bigotta e dedita al culto degli antichi valori. I tre figli della coppia sono ovviamente anormali e la situazione si profila sempre più terribile, non aiutando per nulla il recupero psicologico di Cynthia. Feroce rappresentazione della degenerazione dell'ideale familiare americano, il film offre uno sguardo cinico e crudele sull'istituzione della famiglia, ma non riesce ad andare oltre la macabra macchietta nella caratterizzazione dei malsani rappresentanti della pristina ruralità. In questo John Hough, di scuola hammeriana (#Vedi#Le figlie di Dracula), altrove più elegante anche se qui rimane regista bravo ed efficace, non è aiutato troppo dall'interpretazione sopra le righe di Rod Steiger e Yvonne De Carlo che gigioneggiano sicuramente più del necessario. Anche Michael J. Pollard non è misurato, ma, nei panni di uno dei figli, riesce a essere divertente e inquietante. Più sottilmente drammatico e complesso il personaggio interpretato da Sarah Torgov, che compie una parabola psicologica interessante. Qualche scena cruda e il sottotesto con temi malsani (tipo l'incesto) tengono fermamente il film lontano dalla parodia che alcuni momenti ironici potevano suggerire. Semplicistico a tratti e non completamente riuscito, ma nel complesso più che accettabile. Il titolo richiama il famoso quadro omonimo di Grant Wood, parodiato alla grande nel manifesto del film