Torino, 1926: in uno smemorato ricoverato al manicomio di Collegno, la famiglia Canella crede di riconoscere un congiunto, ufficiale disperso in guerra. Soprattutto la moglie ne è convinta. Una denuncia insinua che il malato sia il pregiudicato Mario Bruneri. Scandalo e due lunghi processi. Elegante ma senza cuore. Qua e là, specialmente nelle scene erotiche, la mano è pesante. La ricostruzione è intelligente e abile, condotta con efficace ambiguità (grazie anche a B. Gazzara). Scritto da S. Cecchi D'Amico è l'ultimo film di P. Festa Campanile. Il caso ispirò a Luigi Pirandello Come tu mi vuoi (1930) e fu voltato in farsa da Angelo Musco (Lo smemorato) e da Totò (Lo smemorato di Collegno). Leonardo Sciascia gli dedicò un ammirevole saggio: Il teatro della memoria (1981).