L'ultimo racconto di Leonardo Sciascia, pubblicato pochi giorni prima che morisse, è una storia siciliana che del giallo ha il meccanismo: un apparente suicidio, seguito da un duplice delitto; un'inchiesta con un indiziato innocente e due colpevoli al di sopra di ogni sospetto. È una meditazione sulla giustizia che per Sciascia, siciliano e italiano del nostro tempo, è disperazione. Con l'aiuto di Andrea Barbato in sceneggiatura, Greco l'ha sceneggiato quasi alla lettera sullo sfondo di una Sicilia invernale senza concessioni al pittoresco e agli stereotipi. Per un eccesso di rispetto (era il caso raro in cui bisognava aggiungere invece di sottrarre come si deve fare in un film rispetto a un romanzo), il film è un po' anemico: indica invece di esprimere. Ma, oltre all'apparato figurativo, la direzione degli attori è ammirevole. Fra tanti nuovi attori del nostro cinema, Volonté fu il suo ultimo film italiano è geniale nell'arte del sottrarre e nel mimare lo stesso Sciascia con allusiva sottigliezza. La parabola di Sciascia/Greco va dritta al cuore con rabbia tranquilla e (quasi) rassegnata commozione (G. Spagnoletti).