Dopo la morte della moglie, lo psicologo Cal Jamison (Martin Sheen) si trasferisce a New York con il figlio Chris (Harley Cross) per diventare consulente della polizia. Chris trova resti di un rituale voodoo in un parco, mentre Cal è chiamato dal tenente McTaggert (Robert Loggia) per dare un'occhiata a un luogo dove sembrano essersi consumati strani riti. Nel frattempo avvengono alcuni sanguinosi delitti che hanno come vittime dei bambini. Cal teme che Chris possa essere in pericolo e, indagando, entra in contatto con una strana religione, la Santeria, che unisce elementi del cattolicesimo e del voodoo. Horror d'autore che unisce un convincente realismo a elementi soprannaturali, nel contesto ancora più sinistri e inquietanti. Schlesinger (1926-2003), regista capace di sottili introspezioni psicologiche (Domenica maledetta domenica) e di brillanti commedie (Bily il bugiardo), riesce a trovare la chiave giusta per raccontare in modo credibile la discesa nell'incubo da parte di un uomo normale che viene a contatto con una realtà fatta di superstizioni che sfidano la modernità della civilizzazione in cui aveva sempre creduto. Pur mantenendo sempre preminente la ricerca della tensione narrativa e la valorizzazione delle dinamiche della suspense, Schlesinger affronta il tema della religione e di ciò su cui si fonda, dove il bene e il male in quanto complementari diventano due elementi necessari, inseparabili e presupposti, la cui identificazione porta al disorientamento. Teso e interessante, è un film che segue il protagonista reso molto bene da Martin Sheen nel suo cammino verso un ignoto spiazzante e angosciante. Qualche lungaggine di troppo