Etiopia 1936. Tenente italiano (N. Cage) ha un incontro d'amore con un'indigena, la ferisce per sbaglio e la lascia morire. Il rimorso che lo assale diventa terrore quando sospetta di essere stato contagiato di lebbra. Dall'unico romanzo di Ennio Flaiano, premio Strega 1947, un film illustrativo, corretto, inerte che non riesce a dare una seconda vita a uno dei migliori romanzi italiani del primo dopoguerra, la prova narrativa più impegnata del multiforme ingegno dello scrittore abruzzese. Apprezzabile il giovane R. Tognazzi, attore con la sordina. Sceneggiato dal regista con F. Scarpelli e P. Virì, fu girato tra molte traversie nello Zimbabwe, 3000 km a sud dell'Etiopia la cui situazione interna, resa pericolosa dalla guerriglia, sconsigliò le riprese.