Superfantozzi

Nel prendere possesso della casa appartenuta al defunto nonno, la giovane Jane Watson fa una sorprendente scoperta: nello scantinato, adibito a pionieristico laboratorio criogenetico, giace il corpo ibernato di Sherlock Holmes. Jane riesce a svegliare il celebre investigatore ed apprende che il dottor Watson lo aveva posto in catalessi per salvarlo da un'infezione, a quei tempi mortale, contratta durante l'ultima e più difficile indagine della sua carriera. Sherlock Holmes riacquista rapidamente lucidità e vigore e torna volentieri al lavoro affiancando la ragazza - che, a sua volta, è una investigatrice privata - in un misterioso caso di omicidio a Boston. Realizzato come episodio guida per una possibile serie televisiva, il film è un azzardato tentativo di catapultare Sherlock Holmes ai giorni nostri, sballottandolo tra le diavolerie tecnologiche del 20° secolo e chiamandolo a misurarsi a colpi di arti marziali con antagonisti tipici di un thriller di serie B. Superfluo e poco originale, rende un cattivo servigio all'impareggiabile personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle che, stranamente, non ha mai conosciuto molta fortuna sul grande o sul piccolo schermo. Tra gli interpreti segnaliamo Margaret Colin (Independence Day) e Barry Morse (il professor Victor Bergman di "Space: 1999"). La medesima premessa fantascientifica ispira anche il modesto Sherlock Holmes Returns del 1993.