Già ricco e famoso come cantante rock, ma tolto di mezzo con le corde vocali per sempre rovinate per aver conquistato l'amore di una donna cara a un boss della malavita, Michael fa il vagabondo di strada finché trova l'occasione per vendicarsi e riscattarsi. Tratto liberamente da un romanzo (1954) di David Goodis, questo melodramma sconnesso e delirante in cadenze di noir, calato in una Lisbona notturna, nebbiosa e onirica, è, per la prima volta nella carriera di Fuller, una straziata storia d'amore, ma anche un violento commento critico sulla società americana in cui si racconta con rozza efficacia come nascono i tumulti razziali e come vengono manovrati dagli speculatori edilizi e dai trafficanti di droga. Attraverso un Carradine truccato da Klaus Kinski è una variazione del santo bevitore di Joseph Roth, messa in immagini come un madornale videoclip. Ultimo film di Fuller.