Sono stato io

Lavavetri sul Pirellone di Milano e comparsa alla Scala, il sottoproletario Biagio Solise è ossessionato da soldi, sesso, successo. Dopo l'uccisione di una soprano, sparge prove false per farsi arrestare, forte di un alibi, ma al processo l'unico teste che può provare la sua innocenza muore d'infarto. Scritta con L. Malerba e R. Maccari, è un'ingegnosa macchina narrativa in cui Lattuada smonta i codici della commedia, accentua il suo pessimismo crudele nella denuncia dei falsi miti consumistici, punta sul grottesco e fa forse il suo film formalmente più spinto e allucinato. Fotografia: Alfio Contini. Musiche: Armando Trovaioli. Scene/costumi: Enzo Del Prato. L'eccentrismo attoriale di Giannini premiato al festival di San Sebastian. V.M. 14.