Sete da vampira

Dopo una seduta spiritica, Marco Spaccesi (Carlo Girelli), un artista, è turbato da una presenza invisibile. Ne parla con Herbert, uno dei partecipanti (Walter Nichols), ma non ottiene molto conforto. Alla ricerca di una spiegazione, contatta Virginia Thompson (Marta Bordino), che gli rivela che per lei non c'è scampo, ma lui può ancora salvarsi se resta alla larga. Origine di tutto è Carmilla (Elisabetta Principe), una vampira che vaga nei boschi e altrove alla ricerca di vittime che possano momentaneamente placare l'inarrestabile sete di sangue che la fa soffrire. Esordio alla regia per Roger A. Fratter che inizia qui un personale percorso nell'horror andando coraggiosamente in controtendenza rispetto ai tempi. L'andamento tra l'onirico e il surreale richiama l'opera di Jean Rollin, mentre le passeggiate della vampira nei boschi e la carnalità di qualche momento di erotismo rimandano a Jesus Franco. La musica dei titoli, con vocalizzi senza parole, allude al cinema di genere italiano degli anni '70. Diversamente dal Rollin dei tempi d'oro, però, Fratter pur raccontando molto per immagini non resiste alla tentazione di accompagnarle con un prolisso parlato fuori campo fin troppo didascalico. Gli interpreti, da apprezzare per l'impegno, non sono sempre all'altezza anche per le ristrettezze di budget. Elisabetta Principe ha una bella presenza, nonostante il personaggio di Carmilla, che vive assistita da Samuel (Miko Riva), versione ripulita del Brudah del conte Yorga, non riesca a emergere in modo compiuto. Lento e talvolta ripetitivo, è un esperimento, e come tale va visto con simpatia anche per quello che riesce a dare come intrattenimento. Fratter dimostrerà poi costanti miglioramenti