Rosso e nero

Sette mesi, dal settembre 1920 al marzo 1921, a Empoli (FI), città rossa. Preoccupata dalle minacciate occupazioni delle terre incolte, la borghesia agraria finanzia i Fasci di combattimento, mentre, nonostante le vittorie nelle elezioni amministrative, il Partito socialista è in una crisi che porta alla scissione di Livorno (21-01-1921). Questo panorama sociopolitico occupa la 1ª parte del film, scritto, coprodotto e diretto dall'empolese E. Marzocchini (1945) e sfocia nel sanguinoso episodio del 1° marzo 1921, cancellato dai libri di storia. Due camion con 60/70 uomini armati (marinai e carabinieri in tute di lavoro, inviati a Firenze per sostituire i ferrovieri in sciopero) cercano di attraversare Empoli, ma la folla inferocita li assale. Bilancio: 9 morti (1 carabiniere, 8 marinai) e 30 feriti di varia gravità. Il 3 marzo scatta la repressione: Empoli in stato d'assedio, 50 arresti. Prodotto con poveri mezzi (ma con auto d'epoca e la suggestiva sequenza di un biplano che butta manifestini sui manifestanti), filmato con eleganza (fotografia: Gianni Mammolotti), interpretato con naturalistica vivacità da attori dilettanti o presi dalla strada, è un film diligente, illustrativo, limitato nella struttura narrativa: le storie private si sovrappongono a fatica alla dimensione collettiva. Descrive e dichiara, ma non coinvolge. 1° premio al Festival di Annecy, esposto a Venezia 1995 da Arci-Ucca e ai Rencontres di Bastia (Corsica) 1996. Non distribuito. Rintracciabile in 2 DVD (film + lavorazione).