Ritratto in piedi, e di corsa, del 17enne Renato, bugiardo e imbroglione dal sorriso incantatore, che passa di coppia in coppia senza prole, spacciandosi per figlio e poi scomparendo. Attivissimo come aiuto regista (almeno 45 film dopo il 1961) il romano S. Rolla esordisce nel lungometraggio grazie agli yen del produttore giapponese Asao Kumada con una commedia di garbo, scritta con Laros Pittoni e Silvia Napolitano e segnata da una premeditata volontà di piacere, in bilico tra un apparente naturalismo di buccia e un irrealismo favolistico di fondo. La morale conclusiva contro l'egoismo borghese e per l'immaginazione al potere, almeno nell'ambito familiare è suggerita con mano leggera e corretta col sale dell'ironia. Rolla morì il 12-11-2003 nella strage di Nassiriya (Irak del Sud) dove lavorava a un progetto di un documentario di lungometraggio.