A causa di un incidente alla protagonista, la giovane cantante Betty (Cristina Marsillach) viene chiamata a sostituirla nel Macbeth verdiano di cui è imminente la rappresentazione. Betty è preoccupata, ma Mira, la sua agente (Daria Nicolodi), la rincuora. Anche il regista Mark (Ian Charleson), in trasferta dal cinema horror, la conforta. La rappresentazione sembra andare per il meglio, ma è interrotta dalla caduta di due riflettori. Pare una cosa da nulla e l'opera riprende, ma l'incidente è stato causato dalla lotta tra uno spietato assassino e una delle maschere che ha avuto la peggio ed è stato ucciso. Il delitto viene scoperto e il commissario Santini (Urbano Barberini) indaga. Le cose però prendono una brutta piega per Betty, aggredita, legata e imbavagliata dal misterioso omicida che la costringe a guardarlo mentre le uccide il mite fidanzatino. Poi il killer si allontana e Betty, sconvolta, si libera, ma l'incubo è appena iniziato. L'ambientazione operistica sembra prefigurare #Vedi#Il fantasma del'Opera che Argento realizzerà più di dieci anni dopo, ma qui il clima è completamente diverso. Teso e convincente, il film si appoggia su una storia accettabile e talvolta interessante, ma è caratterizzato soprattutto dall'abilità registica di un Dario Argento in stato di grazia, capace di costellare il film di scene magistrali per inventiva e realizzazione. Dalle acrobatiche soggettive corvine alle sequenze puramente sadiane con cui l'assassino costringe la protagonista a guardare, mediante aghi applicati agli occhi per impedire loro di chiudersi, i sanguinosi delitti; alla pistolettata attraverso lo spioncino della porta: gli esempi di perfezione e creatività nella messa in scena sono parecchi e rafforzano la suspense ben più di quanto non faccia la trama. La soluzione del mistero è pretestuosa, pur non deludendo, ma è quasi una formalità: quello che conta è il dispiego di energia e raffinatezza visuale esposto in precedenza. Nella colonna sonora musica operistica e rock convivono, non sempre agevolmente. Il cast, in linea generale, offre ad Argento buone prestazioni. Cristina Marsillach è incantevole, fragile e determinata come richiesto dal suo ruolo. Daria Nicolodi si fa vedere in un ruolo di supporto e Coralina Cataldi-Tassoni dà vivacità alla sua parte di costumista. Ian Charleson (Momenti di gloria), qui significativo nel ruolo del regista, è morto nel 1990 di AIDS ad appena quarant'anni. In un minuscolo ruolo nel finale si intravede Sebastiano Somma, allora divo dei fotoromanzi e oggi della fiction televisiva