Leslie Crosbie (Davis), moglie di un piantatore inglese (Marshall) di alberi della gomma a Singapore, uccide un amico di casa. L'ha fatto, dice, per difendersi da una tentata violenza carnale. Il suo avvocato difensore apprende, però, che esiste una lettera, indirizzata da Mrs. Crosbie all'ucciso: è la prova che si tratta di un assassinio passionale. Sulla base di un'ottima sceneggiatura di Howard Koch, tratta da un racconto e dalla pièce teatrale (1927) dell'inglese Somerset Maugham, Wyler ha diretto un affascinante film noir. Per apprezzarlo non bisogna tenere conto del doppio finale che la Warner Bros impose in omaggio al Codice Hays di autocensura: la punizione della colpevole, eliminata dalla moglie eurasiatica (Sondergaard) della vittima, e l'identificazione della stessa e del suo sicario da parte di un poliziotto. Oltre alle sequenze chiave (tra cui lo straordinario avvio del delitto nella piantagione sotto la luna piena), il dramma conta per l'atmosfera (bianconero di Tony Gaudio e musica di Max Steiner), la cura dei dettagli, l'ammirevole direzione degli attori. Durante le riprese la Davis ebbe più di uno scontro con il suo tirannico regista, ma poi ne riconobbe i meriti: "Ho perso una battaglia, ma l'ho persa con un genio". The Letter ebbe 7 nomination ai premi Oscar (la 4ª per la Davis). Portato sulle scene a Londra con Gladys Cooper e a Broadway con Katharine Cornell, il dramma di Maugham ebbe una 1ª versione cinematografica nel 1929 con la regia di Jean de Limur e Jeanne Eagels; Marshall vi interpretava la parte dell'amante. Rifatto con Le donne erano sole (1947). Ebbe due versioni TV: nel 1956 diretta da Kirk Browning con Siobhan McKenna e nel 1982 diretta da John Erman con Lee Remick.AUTORE LETTERARIO: William Somerset Maugham