Nina

Ultimo, misconosciuto film di Minnelli, girato a Roma nell'autunno 1975 e narrato in flashback da Nina, star del cinema che rievoca la storia del suo successo. Arrivata dalla provincia a far la cameriera all'Imperial Hotel, già lussuoso e ora decaduto, Nina è attirata dall'ospite più misteriosa e affascinante, la contessa Lucrezia Sanziani. Racconto morale, non privo di banalità, con due momenti cantati dalla Minnelli sullo scorrere del tempo, come dice il titolo inglese, e sulla bellezza. Dal romanzo La volupté d'être di Marcel Druon, adattato da John Gay. È la storia di un passaggio, di varchi tra passato e presente, vita e morte, vecchiaia e giovinezza. E di incontri: tra il regista e sua figlia Liza ormai celebre; tra una madre e sua figlia Isabella Rossellini che debutta come l'infermiera suor Pia (nome della sorellastra svedese) e che, in un certo senso, assiste alla morte della madre nei panni della contessa; quello, commovente, tra la Bergman e Boyer. E il contributo di Isotta Rossellini, truccatrice della madre. È un corto circuito generazionale, filmico ed extrafilmico, con immagini memorabili della Bergman, seduta in penombra, davanti a una finestra aperta sul cielo di Roma al tramonto. Spettacolo e realtà s'inseguono in tutto il film, riflettendosi l'uno nell'altra in un continuo gioco di specchi. Fotografia: Geoffrey Unsworth.AUTORE LETTERARIO: Maurice Druon