Monstrosity

Tre teppisti mettono a segno nella notte diversi atti di violenza, uno dei quali rivolto a una ragazza, che, sconvolta e ferita, finisce in ospedale. Scott, il fidanzato, va a confortarla. Ma uno dei malviventi, fingendosi infermiere, la raggiunge e la massacra per evitare di essere identificato. La polizia non può far nulla in assenza di prove. Scott decide di intervenire da solo, dopo aver avuto da un poliziotto comprensivo i nomi dei colpevoli. Assieme ai suoi amici decide di creare un golem (!) per esercitare la sua vendetta: viene chiamato Frankie (Haal Borske), da Frankenstein. E il golem svolge il suo compito, riuscendo nel frattempo a innamorarsi di Jennie, una ragazza che ha salvato. Terz'ultimo film di Milligan, prodotto nel 1987 e a lungo inedito negli USA, ma per misteri di distribuzione uscito in cassetta in Italia quasi subito. È uno dei rari film horror del regista ambientati nella contemporaneità, e anche uno dei più “normali”, se si potesse applicare il termine a un film di Milligan. Girato con pochi spiccioli, con effetti molto poco speciali, alterna bizzarramente parti da violento thriller urbano ad altre, prevalenti, parodistiche ad altre ancora da horror frankeinsteiniano, in un insieme decisamente trash con grande spreco di budella e particolari finto gore che uniti a una recitazione amatoriale danno al film un tono unico. Il look del mostro, parruccone, denti sporgenti e zatteroni, è incredibile. Solo per amatori. La vicenda umana di Milligan resta molto più interessante dei suoi horror. La didascalia finale annuncia il ritorno di Frankie in Monstrosity I, mai realizzato