Marianna fuga dalla morte

Durante i titoli di testa, Susan George, la Marianne del titolo, balla in bikini su uno sfondo rosso molto anni '60 e bondiano, mentre scorrono solarizzazioni e sovrimpressioni dei vari personaggi del film. È la cosa che più si ricorda del film: un momento pacchiano, ma curioso. Marianne (Susan George) è una ragazza disinibita che nasconde un segreto che la minaccia. Fa la ballerina in Portogallo, ma è costretta a fuggire. L'aiuta un uomo che la riporta in Inghilterra e la convince a sposarlo, ma, sul più bello, Marianne va via con Eli (Barry Evans), il testimone dello sposo. Il mancato marito vede fallire il suo piano che mirava in realtà a intrappolare Marianne e riportarla in Portogallo dal misterioso “giudice” che la sta cercando. Ma i guai non sono finiti. Pete Walker perfeziona il suo stile che privilegia le ambientazioni urbane, descritte in modo molto realistico. Solo che stavolta le abbina all'esotismo di un Portogallo assolato, popolato di personaggi tipicamente “doppi” o “tripli”, che dovrebbe amplificare la solitudine e le difficoltà da dislocazione della protagonista. Walker spinge la caratterizzazione dei personaggi nel vano tentativo di evitare i cliché, ma le lungaggini e le imprecisioni di montaggio sono evidenti. Si notano però segni di un autore in via di formazione e ci sono delle sequenze costruite con astuzia e finezza, oltre a svolte narrative torbide che precorrono i nidi di vipere caratteristici degli horror successivi del regista. Nell'insieme, però, questo film resta sostanzialmente noioso e fiacco