Il bosco in cui vive e si rifugia il ragazzo Fabrizio è una trasparente metafora del grembo materno. Altrettanto emblematiche sono le due fanciulle, Laura e Silvia, che coinvolge nei suoi giochi pericolosi di sesso, violenza e morte. Opera prima del sardo P.G. Murgia, romanziere, saggista e sceneggiatore, ha le ambizioni di una favola simbolica sul rifiuto di uscire dal mondo incantato dell'infanzia e sul modo con cui si avvelenano i suoi "verdi paradisi". In assenza di un linguaggio pertinente, lo scavalcamento del livello realistico per attingere i cieli alti del lirismo e della metafora si trasforma in comicità involontaria. Volonterosamente filodrammatici i 3 interpreti. Prodotto in Germania da Franco Cancellieri (e girato in Boemia) per sfuggire ai rigori della censura italiana. V.M. 18.