Magic

Corky Withers (Anthony Hopkins), benché istruito dal vecchio Merlin (E.J. André), sembra un poco dotato aspirante mago da palcoscenico: trova infine la chiave per il successo utilizzando sul palco un pupazzo da ventriloquo. Il suo agente Ben Greene (Burgess Meredith) ha piani ambiziosi per lui, ma Corky cerca stranamente di sottrarsi alla popolarità (e allo stress che ne deriva) rifiutando di sottoporsi alla prescritta visita medica prima di uno speciale Tv. Corky si rifugia in una casetta tra i boschi affittatagli da Peggy Ann Snow (Ann-Margret), da lui amata in gioventù. Spera in questo modo di recuperare il tempo perduto, ma il pupazzo sembra prendere il sopravvento, inducendolo alla pazzia. Tratto da un romanzo di William Goldman, autore anche della sceneggiatura, utilizza uno spunto non nuovo nel cinema: il rapporto tra un ventriloquo e il suo pupazzo, già sfruttato nell'affascinante ritratto melodrammatico de Il gran Gabbo (1929) di James Cruze con Eric von Stroheim (spesso considerato un horror da chi non l'ha visto) e, in ambito horror, soprattutto nell'indimenticabile episodio con Michael Redgrave di #Vedi#Incubi notturni. Il film di Attenborough non dice nulla di nuovo sul tema, ma il ritratto psicologico del ventriloquo è molto accurato e interessante nella sua rapida discesa verso gli inferi della pazzia, grazie anche a un'ottima interpretazione di Anthony Hopkins. Attenborough resta (giustamente, ma prevedibilmente) molto ambiguo sull'effettivo ruolo del pupazzo e crea una buona atmosfera di allucinazione che supporta un efficace crescendo finale, dopo una fase di costruzione un po' lenta e macchinosa