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Etichetta: Avo Film Codice articolo: vhos0237 Categoria:
VHS » Film Horror
Caratteristiche
Anno: 1973 Regista/Autore: J. Luis Merino Tipologia: Ex Noleggio
Trama
Serge Chekov (Stan Cooper) giunge a Skopije per l'eredità dello zio, il defunto conte Mihaly. La prima cosa che trova però è Mary (Aurora de Alba), impiccata a un ramo. Si trattava dell'erede designata e a questo punto è Serge a subentrare nell'eredità, con grande scorno della vedova Nadia (Maria Pia Conte), che subito cerca di concupirlo. In casa si aggira anche un maggiordomo un po' troppo spavaldo, oltre alla governante Doris (Dyanik Zurakowska) e al padre di questa (Gérard Tichy), impegnato con l'accordo del conte in esperimenti segreti sulla nube elettrica forse l'anima che si allontana dal corpo quando si muore. Tra gli altri c'è anche un becchino necrofilo, Igor (Paul Naschy), che spia sinistramente. Secondo una leggenda nel cimitero del paese i morti fanno le orge, e si sa che in ogni leggenda c'è un fondo di verità. Ambientato suggestivamente in esterni naturali e diretto con sbrigativa efficienza dallo specialista Merino, il film ha gli ingredienti tipici dei film con Paul Naschy (qui in un'incisiva partecipazione speciale): spirito gotico, intrighi morbosi, sesso, mostri. La trama ha la spavalda assurdità dei film di exploitation: i morti vengono fatti vivere e comandati attraverso una capsula nel cervello che riceve gli ordini mentali del loro padrone. Ipnotismo sui morti?, si chiede sconcertato Serge. Certo, perché no? Se si riesce a ipnotizzare un vivo che ha una sua volontà, figuriamoci un morto che ne è privo, gli rispondono. Questa è la logica, insomma. Igor il necrofilo entra in scena in modo irresistibile: la vogliosa contessa Nadia indossa un sudario per metterlo a suo agio e convincerlo a fare l'amore con lei; lui ci prova, ma poi si ritrae inorridito: NO!, sbotta, Viva... NO! e torna dai suoi cadaveri. Maria Pia Conte è ottima nella parte della contessa smaniosa, Tichy elegante in quella del professore e Naschy intenso in quella del becchino: degli altri è meglio non parlare