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Nella Roma del Settecento, quand'erano in voga i cantori evirati, un giovane popolano finge di farsi castrare e fa carriera anche perché spopola, non solo con la voce, tra le belle aristocratiche. Una delle più impertinenti e spregiudicate tra le farse in costume degli anni '60. La sceneggiatura (cui collaborò anche Luigi Magni) funziona, gli attori sono in forma, la cornice storica ha una sua fantasiosa eleganza. Sullo stesso tema, ma in tutt'altra chiave, fu fatto Farinelli-Voce regina (1994).