Le Nozze

1900, a Bronowice, vicino a Cracovia. Una festa nuziale: un poeta sposa una contadina. Nel corso della notte gli invitati di ogni ceto sociale mangiano, bevono, ballano, si tormentano con i ricordi del passato, parlano con i loro "doppi" spettrali. Aspettano qualcosa o qualcuno che cambi la loro vita. Attendono l'alba della riscossa politica. Tratto dall'omonimo dramma in versi (1901) del poeta e pittore Stanislaw Wyspianski, adattato fedelmente da Andrzej Kijowski con due sequenze aggiunte, il corteo nuziale in apertura e la cavalcata di Jasiek (Perepeczko). Cinepresa dinamica che bracca i personaggi in assillanti carrellate e uso geniale del colore. Si può dividere in 3 tempi: il 1° è realistico, ritmato sulle cadenze della festa e del ballo; nel 2° realtà e immaginazione si sovrappongono finché si arriva, nell'equivoca magia dell'alba, al lento e onirico ballo finale. Pur profondamente polacco, il dramma è trasposto con una sapienza filmica così originale e potente da togliere importanza ai riferimenti storici e da renderlo leggibile a vari livelli. "Commedia realistica e simbolismo visionario s'intrecciano indissolubilmente" (B. Michalek). La malinconia di fondo si accompagna all'impietosa lucidità con cui Wyspianski _ e Wajda sulla scia _ mette in scena il dramma di una classe intellettuale e di una classe dirigente che non meritano di essere tali. I sonnambuli felliniani all'alba nel finale di La dolce vita appartengono alla stessa famiglia degli invitati di queste nozze.AUTORE LETTERARIO: Stanislaw Wyspianski