Negli anni '60 un generale italiano incaricato di riesumare e portare in patria i resti di 3000 soldati morti nel 1939 e negli anni successivi durante l'occupazione militare fascista dell'Albania trova in un cappellano, problematico compagno d'avventura e interlocutore, un rivale in amore per una vedova. Tratto dal romanzo Il generale dell'armata morta (1966), scritto in francese dall'albanese Ismail Kadaré, adattato da Jean-Claude Carrière e diretto dall'ottimo direttore della fotografia Tovoli. Fu Piccoli a convincerlo a esordire nella regia. Film insolito e ambizioso ai confini del fantastico, impregnato di un macabro umorismo dai toni inquietanti e sarcastici (meno che nel romanzo, però) e parzialmente risolto. Meriterebbe una rivisitazione.