Un editore di New York è per l'abolizione della pena di morte e i suoi giornali fanno un'accanita campagna contro il Procuratore Distrettuale, accusato di usarla a scopi personali politici. Ispirandosi a un caso insoluto, l'omicidio di una ballerina di night-club, suggerisce a un giornalista, suo futuro genero, di inventare se stesso come assassino, costruendo con lui prove e controprove inconfutabili da esibire all'ultimo momento, ma muore in un incidente stradale. La sua fidanzata riesce, però, a scongiurare l'esecuzione capitale. Colpo di scena finale. Prodotto dalla RKO, scritto (due versioni) da Douglas Morrow, fotografia (BN Scope): William Snyder. È il 22° e ultimo film hollywoodiano di Lang. Pur avendo preoccupazioni per il finale, Lang fece modificare lo script, aggiunse in 13 inquadrature il programmatico inizio dell'esecuzione dall'impassibile realismo, ma ebbe molti scontri col produttore che gli tolse il controllo sul montaggio. Poi dichiarò: Credo che me ne andrò da questa gabbia di matti. E mantenne la parola. Il film fu poco capito e male trattato dai critici del 1956.