Sergio (Richard Johnson) riceve da una anziana signora, Consuelo (Sarah Ferrati), una proposta di lavoro: fare da bibliotecario nella sua grande e piuttosto trascurata casa di Roma. Sergio non è interessato, ma cambia idea quando vede la splendida figlia di Consuelo, Aura (Rosanna Schiaffino), che sembra anche bendisposta e di costumi liberi. L'unico problema è che c'è già un bibliotecario, l'indolente e squinternato Fabrizio (Gian Maria Volontè), che non ha alcuna intenzione di abbandonare il posto. Sergio però ha subito il fascino di Aura e della strana atmosfera che pervade la casa ed è disposto a tutto pur di conquistarsi il diritto a restare. È un film bizzarro e originale che allude al soprannaturale e contemporaneamente sembra negarlo. Ambiguo ed erotico (audace, per il tempo), è girato in un bianco e nero contrastato ed efficace, con netti tagli di nero che non possono non ricordare i fumetti, anche horror, che Damiani disegnava nell'immediato dopoguerra. L'estetica e l'atmosfera sembrano le stesse e funzionano, anche se il gioco psicologico è un po' troppo svelato (anche dal titolo, in fondo) e non sempre riesce a evitare che le ripetizioni volute, peraltro, e necessarie rallentino eccessivamente ritmo e tensione. È comunque interessante la riflessione sulla fascinazione del proibito e sullo scontro dei sessi per il predominio, dove quello femminile usa l'arte della seduzione, con tutti i mezzi, e quello maschile si riduce come sempre alla bruta violenza. Quasi teatrale nell'impostazione nell'unità di luogo, è supportato da un'ottima prova degli attori protagonisti (anche Rosanna Schiaffino, che giustamente bamboleggia seduttivamente), tra cui spicca Sarah Ferrati nel ruolo della strega. Ivan Rassimov compare in una particina nel finale, come possibile successore di Sergio