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Tre sprovveduti sequestrano studentessa, figlia di industriale pavese. Le fa da custode un giovanotto siculo, cuore gentile e sangue caldo. La ragazza gli si concede, con sollazzo reciproco, lo schiavizza, poi lo ammazza mentre arriva la polizia. Nel cimentarsi ancora con la cronaca nera, E. Visconti, nipote di Luchino, ha combinato un maldestro pastrocchio in cui il basso costo è soltanto un'attenuante generica. Il discorso ideologico di taglio marxista risulta forzato e demagogico tanto per offrire una giustificazione alle scene erotiche di dubbio gusto e di mano greve.