La Morte negli occhi del gatto

Nel vecchio castello scozzese di Dragstone, dove vive Lady Mary McGrieff (Françoise Christophe) assieme al figlio James (Hiram Keller) e a una variopinta corte di personaggi, arriva la scapestrata Corringa (Jane Birkin), espulsa dal collegio e figlia di Lady Alicia (Dana Ghia), sorella di Mary. Anche Lady Alicia è ospite al castello, ma rifiuta la richiesta di denaro della sorella, dicendole che non ha soldi: gli averi del marito defunto sono tutti, per testamento, di Corringa. Invita invece Mary a vendere il castello e a trasferirsi a Londra, ma Lady Mary non vuole assolutamente abbandonare il maniero. James, considerato squilibrato, si presenta a cena insultando gli ospiti e facendo calare sul consesso un clima plumbeo. Sulla famiglia grava una terribile maledizione secondo la quale se qualche suo componente viene ucciso da un consanguineo, risorge come vampiro. E le morti cominciano ben presto. Ibrido tra giallo e gotico all'italiana, è un film che non convince perché troppo blando e di maniera: la storia non suscita tensione, basata su una poco avvincente ricerca del colpevole e il procedimento per arrivare alla soluzione è gravato da luoghi comuni. Margheriti ne trae però spunto per un elegante esercizio di stile che nobilita, per quanto possibile, la vicenda. Le atmosfere cupe e tenebrose sono create con raffinata abilità, fornendo un'affascinante cornice figurativa che asseconda il tono da torbido melodramma horror del film. Interessante il cast multinazionale con una rara partecipazione all'horror della brava Jane Birkin (presente anche ne #Vedi#La scala dela folia). Ancora più curiosa è la partecipazione di suo marito, Serge Gainsbourg, famoso cantautore e regista. Sempre minaccioso e appropriato Anton Diffring, nel ruolo di un ambiguo dottore