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Sasà Jovine è un pavido avvocaticchio, incaricato di ritrovare la figlia di un ricchissimo speculatore edilizio scappata di casa con documenti compromettenti. Intanto si srotola una lunga catena di delitti. Tratto dall'asciutto e colorito romanzo (1976) del napoletano Attilio Veraldi il film è tutto in funzione del divismo di Manfredi, non disposto a mostrarsi in luce poco simpatica. Dovrebbe imparare da Stoppa, eccellente nel disegnare velenosamente un personaggio turpe. Tirato via alla sans façon con parecchie concessioni ai gusti più corrivi del pubblico, ma senza colpi bassi. 59° film di Corbucci, fu il suo 1° giallo.