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Storia di un uomo qualunque e di sua moglie in una metropoli (New York): piccole gioie e grandi dispiaceri. L'ultimo grande film muto di Vidor, un'amara parabola sul "sogno americano" che, per tematica e forma, si distacca nettamente dal cinema hollywoodiano del periodo. Influenzato dalla narrativa americana degli anni '20 (Dos Passos, Dreiser, S. Lewis) e da un certo cinema europeo (Murnau) attento all'esistenza quotidiana degli uomini comuni, ha interpreti ammirevoli, efficaci squarci visivi di New York e un linguaggio inventivo la cui originalità è apprezzabile soltanto collocandolo nel suo contesto storico. Vidor ne girò l'ideale seguito con Nostro pane quotidiano (1934).