Un giovane londinese ricco, inetto e superficiale (Fox) è a poco a poco dominato dal suo cameriere (Bogarde), che introduce in casa la sua amante (Miles) spacciandola per sorella. Scritto da Harold Pinter (da un romanzo, 1948, di Robin Maugham) che con la secca precisione dei suoi dialoghi libera Losey dai residui didascalici, è un ammirevole saggio sui rapporti di classe e sull'antinomia servo-padrone. Difficile trovare un attacco sbagliato, un movimento gratuito della cinepresa, un eccesso o una stonatura nell'uso delle luci. Apprezzato all'estero più che in patria. Si avvale della sapiente scenografia di Richard McDonald (qui la casa è un personaggio) e della sinuosa fotografia di Douglas Slocombe. Un capolavoro spietato. Accolto freddamente alla Mostra di Venezia.