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Violoncellista di fila di Verona (Buzzanca) frustrato, si fa invidiare per le rotonde forme della bella moglie innamorata (Antonelli) finché la esibisce nuda davanti a 20 000 spettatori dell'Arena durante l'Aida. Finisce in manicomio. Dal poco noto romanzo Il complesso di Loth di Luciano Bianciardi una delle più pimpanti e aguzze commedie di Festa Campanile che, con un crescendo paradossale, è un iperbolico apologo sulla crisi d'identità con un Buzzanca in forma e con una fulgida Antonelli al culmine della sua sensualità dalle segrete reticenze. Leo Pestelli, sorvegliato critico di La Stampa, scrisse: Attrice da tenere sott'occhio, e possibilmente sottomano. Uno dei film italiani più esportati dell'epoca.