Il Colosso di New York

Un brillante scienziato, Jeremy Spensser (Ross Martin), rimane ucciso in un incidente stradale. Suo padre, il dottor William Spensser (Otto Kruger), anch'egli brillante scienziato, non si rassegna alla perdita e, salvato il cervello del figlio, lo innesta in un possente robot costruito dall'altro suo figlio, Henry (John Baragrey), altro brillante scienziato. Tanta brillantezza purtroppo non produce buoni frutti perché il cervello trapiantato impazzisce e la possente creatura robotica comincia a uccidere. La storia è banale e riprende elementi da #Vedi#Il cervelo di Donovan, unendoli a un impianto tipo #Vedi#Frankenstein e procedendo in linea retta verso la logica conclusione, senza sorprese. Però lo stile che Lourié, grande scenografo e regista di pochi film (tra cui #Vedi#Gorgo), riesce a infondere la redime, trasformandola in una sinfonia visiva con alcuni brani di assoluto fascino, come le camminate subacquee del mostro. Pervaso da un senso di fatalità e di perdita irreparabile, trae il massimo dal minimo che ha a disposizione, sia a livello di trama sia di mezzi tecnici, cast compreso, dove alcuni ruoli (come il blando “eroe” di Robert Hutton) sono coperti senza efficacia. Anche se realizzato con poco, però, il mostro ha un design inconfondibile e suggestivo