I Sette Samurai

I Sette Samurai

12,99€
Disponibile

Etichetta: Sinister film
Codice articolo: prd21474
Categoria: DVD » Film Drammatico
Caratteristiche
Anno: 1954
Regista/Autore: A. Kurosawa
Tipologia: Nuovo (prima edizione)
Trama

Da sempre e per sempre un punto di riferimento, oltre che uno dei rari casi in cui l'enfasi, più che consentita, è benvenuta, I sette samurai di Kurosawa Akira vanta tante imitazioni quanti sono i plausi ricevuti negli anni. Per trent'anni ne è circolata una versione ridotta, insignita del Leone d'Oro, prima di una nuova epifania di durata superiore alle tre ore. Che è giusto quanto basta per poter affrontare tematiche che abbracciano il mondo dei samurai, dei contadini e dei briganti ma nel farlo abbracciano l'umanità intera, quella folla di minuscoli esseri che abitano, ma spesso infestano, il pianeta Terra. Come per Boccaccio l'evento della peste permetteva di scavare negli anfratti dell'animo umano, così per Kurosawa è il medioevo dei predoni - quello di Rashômon, per intenderci, anche se ambientato nel periodo Heian - a fornire il terreno ideale per mettere in scena le più diverse sfaccettature dell'uomo. Sette samurai per sette modi di essere e di difendere il senso dell'onore a dispetto degli interessi e del buon senso; tanto da aiutare i bisognosi quasi a prescindere dalla effettiva volontà di questi ultimi (sia l'accoglienza dei contadini che il ringraziamento nei confronti dei samurai sono disarmanti per ingratitudine). C'è chi sceglie di subire, accettando la sua natura di predestinato all'oppressione e chi non ci sta ed è disposto a sacrificare anche la vita per l'onore e la libertà, in una ricerca spasmodica - e totalmente nipponica - dell'autodistruzione: tanto i samurai che i banditi si prestano a un evidente gioco al massacro senza esitare nemmeno per un momento, laddove i contadini si ritraggono, fanno gruppo, sgattaiolando qua e là, ma in fondo dimostrandosi la specie darwinianamente vincente. Le scene corali di battaglia, specie lo showdown sotto la pioggia battente, restano a tutt'oggi exempla per verismo della messinscena e sgangherata armonia degli assalti e delle ritirate di una lotta senza quartiere né inutili orpelli, resa ancor più vibrante dalla vigoria fisica di un travolgente Mifune Toshiro, a cui fa da contrappunto l'altro attore-feticco di Kurosawa, quel Takashi Shimura capace di tramutarsi dal triste impiegato di Vivere! nel disincantato Kanbei, saggio consigliere di morte a capo del manipolo di samurai. L'eredità dell'epica di John Ford e del gigantismo dei primi piani di Ejzenštejn si fonde con la teatralità kabuki in un racconto che si ferma a un passo dalla retorica, mescolando il registro aulico con il racconto popolare. Con I sette samurai il più filo-occidentale tra i maestri del Sol Levante eleva il cinema giapponese ai suoi vertici e genera proselitismo a Hollywood, dando vita a innumerevoli riedizioni dell'eroico sacrificio, dal remake diretto (I magnifici sette di Sturges) ai reiterati omaggi indiretti (da Quella sporca dozzina in giù) che il cinema non può fare a meno di tributare al capolavoro di Kurosawa.

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